NO NATO NO GUERRE

PRESIDIO DAVANTI ALLA BASE NATO DI SOLBIATE OLONA

27 OTTOBRE 2018

Con il presidio di sabato 27 ottobre 2018 davanti alla caserma NATO di Solbiate Olona intendiamo rilanciare la mobilitazione contro la guerra. Guerra necessaria al mantenimento di un sistema economico-finanziario predatorio.

La NATO é la macchina da guerra più imponente della storia umana, da sempre sotto comando USA.

La struttura di Solbiate Olona é uno dei nove Comandi NATO di reazione rapida, e conta su oltre 400 militari, che possono più che raddoppiare in determinati casi.

Gli interventi della NATO comportano bombardamenti, morti e feriti (90% civili), saccheggio e devastazione dei territori, inquinamento e contaminazione radioattiva, aumento dei flussi migratori, campi profughi, militarizzazione delle frontiere, maggiore sfruttamento e impoverimento dei lavoratori.

Siamo contro la guerra, oltre che per ragioni etiche, anche per i suoi enormi costi che vanno a discapito di sanità, istruzione, pensioni, trasporti, messa in sicurezza del territorio.

In Italia le spese militari arriveranno in sette anni a quasi 40 miliardi di euro all’anno (più di 100 milioni al giorno) rispetto agli attuali 23.

La mobilitazione contro la guerra, la NATO e le spese militari si deve unire alle lotte dei lavoratori e a quelle contro le nocività ambientali e le devastazioni del territorio.

SABATO 27 OTTOBRE 2018 DALLE ORE 15

PRESIDIO ALLA BASE NATO DI SOLBIATE OLONA

Forum contro la guerra

forum.no.guerra@gmail.comwww.forumcontrolaguerra.org

Locandina: 2018.10.27 PRESIDIO NO NATO Solbiate O. Locandina

Volantino:    

NO NATO NO GUERRE

PRESIDIO ALLA BASE NATO DI SOLBIATE OLONA

Con il presidio di sabato 27 ottobre 2018 davanti alla caserma NATO di Solbiate Olona intendiamo rilanciare la mobilitazione contro la guerra. Guerra necessaria al mantenimento di un sistema economico-finanziario predatorio.

Questa iniziativa si inserisce all’interno della campagna internazionale contro la NATO, la macchina da guerra più imponente della storia umana, da sempre sotto comando USA nonché protagonista esplicita delle guerre in Yugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia, e più o meno occultamente in Siria e Ucraina. Le sue spese militari e quelle dei 29 paesi membri ed altri alleati rappresentano circa i 2/3 della enorme spesa mondiale complessiva e sono responsabili della nuova corsa agli armamenti, anche nucleari, che sta trascinando l’umanità nella situazione più critica e più vicina all’apocalisse mai registrata (secondo la Federazione degli Scienziati Atomici americani). Per la NATO, la guerra è diventata legittima anche se “preventiva” e si diffondono i primi ossimori: “guerra umanitaria”, “operazioni di peacekeeping” per nascondere quelle che sono guerre di conquista e di predazione delle risorse.

Una campagna dunque contro le sue basi, le sue armi, le sue strategie e i suoi piani neocolonialisti.

Proprio in questi giorni si sta svolgendo in Norvegia la più grande esercitazione militare che la NATO abbia compiuto negli ultimi 30 anni, che coinvolge tutti i 29 Stati alleati (nonché i partner Finlandia e Svezia) e nella quale sono coinvolti circa 40.000 soldati (di cui 1200 italiani), 10000 veicoli, 120 aerei e 70 navi.

La struttura di Solbiate Olona ospita dal 2001 il quartier generale dei corpi NATO di dispiegamento rapido NRDC-ITA. E’ uno dei nove Comandi NATO di reazione rapida, e conta su oltre 400 militari, che possono più che raddoppiare in determinati casi. Al Comando sono affidati gli interventi in aree di crisi in base a quanto stabilito dal Consiglio Nord Atlantico, fin dal suo impegno in Afghanistan nel 2003 nella missione ISAF sotto comando USA. Siamo contro una Base strategica come quella di Solbiate Olona anche perché può essere un obiettivo militare, mettendo a rischio tutto il territorio circostante.

Gli interventi della NATO comportano bombardamenti, saccheggio e devastazione dei territori, inquinamento e contaminazione radioattiva, aumento dei flussi migratori, militarizzazione delle frontiere, maggiore sfruttamento e impoverimento dei lavoratori.

Le politiche di cui la NATO è espressione hanno ricadute nefaste sui lavoratori e i poveri del mondo intero, sia all’interno dei Paesi membri della NATO che all’esterno.

La NATO, nella sua gestione delle crisi attraverso guerre egemonico-imperialiste spacciate per interventi umanitari o di esportazione della democrazia, si sta espandendo verso l’Est Europa e verso il Sud del Mediterraneo. Stati Uniti e Unione Europea (le entità principali della NATO), in stretta relazione con Israele, l’Arabia Saudita ed altri paesi arabi – ai quali l’Italia, in violazione della legge 185/90, vende armi: le bombe RWM, i caccia M346, gli EFA, ecc. sono i principali responsabili, nel conflitto Mediorientale, della ridefinizione degli assetti politico-economici dell’area. Stanno ridisegnando una nuova mappa dello sfruttamento e dell’oppressione a beneficio delle multinazionali Euro-Americane e sono anche i principali responsabili nella trasformazione del Mediterraneo in un mare di morte.

Siamo contro la guerra e contro le basi militari e le produzioni belliche che la rendono possibile, oltre che per una ragione etica, per i suoi enormi costi che vanno a discapito delle reali necessità delle popolazioni (sanità, istruzione, pensioni, trasporti, messa in sicurezza del territorio divorato da incendi, alluvioni e allagamenti, frane, terremoti, ecc.).

In Italia le spese militari aumentano costantemente: la Ministra della Difesa del governo Lega-Cinquestelle, Elisabetta Trenta, ribadisce che l’Italia punta a raggiungere l’obiettivo NATO di spesa per la Difesa del 2% del Prodotto Interno Lordo entro il 2024.

Questo significa arrivare a quasi 40 miliardi di euro all’anno rispetto agli attuali 23, cioè a più di 100 milioni al giorno (attualmente la spesa per la Difesa corrisponde all’ 1,4% del PIL, in media con i Paesi NATO).

Se queste sono le conseguenze delle guerre “a casa nostra”, non possiamo non ricordare le ben più gravi conseguenze delle guerre “a casa loro”, cioè nei territori dove si bombarda: innanzitutto gli uccisi e i feriti, al 90% civili, le distruzioni e poi il cosiddetto “indotto” fatto di fughe, emigrazione e campi profughi. Se il vecchio colonialismo, che l’Italia ha ben conosciuto, giungeva ad occupare e conquistare militarmente i territori africani, il neocolonialismo “si limita” (si fa per dire) alla spoliazione delle ricchezze e allo sfruttamento delle risorse con una costante opera di rapina, dopo avere favorito la destabilizzazione del Paese interessato: si veda la lotta in Libia tra ENI e TOTAL, per il dominio sui combustibili fossili oppure la rapina del minerale coltan, che si usa nei nostri cellulari, in Congo (5 milioni di morti).

Per tutto ciò, e non solo, la mobilitazione contro la guerra, la NATO e le spese militari si deve unire alle lotte dei lavoratori e a quelle contro le nocività ambientali e le devastazioni del territorio.

SABATO 27 OTTOBRE 2018 DALLE ORE 15

PRESIDIO ALLA BASE NATO DI SOLBIATE OLONA

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