Oggi, 14 aprile 2018, dalle ore 14:30, davanti alla aerobase atomica di Ghedi,

PRESIDIO CONTRO L’ATTACCO ALLA SIRIA EFFETTUATO QUESTA NOTTE CON MISSILI E BOMBARDAMENTI DA USA, GB E FRANCIA.

Tutti sono invitati a partecipare.

APPELLO URGENTE: Siria sotto pesante attacco USA,  Francia e Gran Bretagna

I signori della guerra da troppo tempo insanguinano il mondo con le loro oscene guerre “umanitarie” dettate solo dai loro sporchi interessi geopolitici. Questo attacco è un CRIMINE INTERNAZIONALE!!!

 La provocazione potrebbe far scoppiare una GUERRA NUCLEARE … l’ultima.

Oggi 14 aprile 2018 alle ore 14.30 ci troviamo per un presidio di protesta davanti alla base di GHEDI.

NO all’uso delle basi italiane per qualsiasi azione militare!!!

NO alla guerra!!!

“donne e uomini contro le guerre”

 

GUERRA CRIMINALE Giorgio Cremaschi – 14.04.2018

L’orrore e l’angoscia che suscitano i missili e le bombe, il ribrezzo che sale quando quegli strumenti di morte vengono definiti intelligenti, non deve far passare in secondo piano l’aspetto più grave dei bombardamenti in Siria di Trump, May e Macron. Essi sono una sfacciata, totale e violenta rottura della legalità internazionale. Naturalmente sono solo l’ultimo atto di una storia iniziata 26 anni fa con la prima guerra contro l’Iraq. Da allora un gruppo di paesi guidati dagli Stati Uniti e impegnati reciprocamente dai vincoli della NATO si sono autonominati polizia militare mondiale.

Con lo spirito dei giustizieri e dei linciaggi del Far West, hanno deciso di ignorare il principio guida della legalità internazionale: uno stato non può fare guerra ad un altro stato sovrano se non per difendersi da esso. Il principio sulla base del quale era stata fondata l’ONU dopo la sconfitta del nazifascismo. Stati Uniti e compagnia hanno così scatenato una lunga trafila di guerre, rivendicate nel nome della democrazia e dei diritti umani, in Europa, Africa, Medio Oriente, Asia. Con queste guerre hanno aggredito e devastato stati sovrani accusati di essere guidati da dittatori. Guarda caso però tanti altri dittatori venivano nello stesso tempo sostenuti ed armati. Lo stato in assoluto oggi più colpevole nella violazione del diritto dei popoli e e di quello internazionale, Israele, veniva protetto e fornito di una impunità assoluta per ogni suo crimine.
In sintesi la banda USA e NATO, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, ha stabilito nel mondo un potere di vita e di morte per gli stati: sei mio amico e se necessario servo? Puoi fare quello che vuoi. Non lo sei? Ti distruggiamo. Per un po’ l’assenza di contrasti internazionali a questa politica di potenza, simile a quelle coloniali dell’ ottocento, le ha consentito di imperversare. Poi però la crescita di un polo internazionale alternativo attorno a Russia e Cina ha di nuovo cambiato le regole; e i pistoleri si sono trovati più in difficoltà a compiere le loro scorrerie. Così in America Latina gli USA hanno ripristinato la loro tradizionale strategia golpista, la cui vittima più importante è Lula. Altrove hanno cominciato una linea di attacchi mordi e fuggi per saggiare la capacità di risposta dei loro avversari russi e cinesi. I cagnolini europei hanno seguito in fila il padrone americano, con in testa quelli francesi e britannici, quelli italiani sbavando in coda.
Nella mutata situazione internazionale, la criminale violazione del diritto normalmente praticata da USA e alleati è diventata così sempre più pericolosa per l’intera pace mondiale. Prima era solo violenza impunita, ora corre il rischio di innescare il meccanismo della scalata, quello che può unire i pezzi della terza guerra mondiale già denunciata da Papa Francesco.
Fermare questa consolidata criminalità internazionale di USA e NATO è il primo dovere per chi ha a cuore davvero i diritti umani su scala mondiale. Gli ipocriti alla Saviano, i difensori della democrazia che cavalcano missili intelligenti, sono solo un strumento della politica guerrafondaia di USA e NATO. Essi, con il sistema mediatico e con la sinistra pentita e venduta, contribuiscono ad avvicinare la catastrofe dell’umanità. Io non sono un sostenitore di Assad, come non lo ero di Saddam, Milosevic, Gheddafi. Ma sono consapevole che i danni che hanno fatto e possono fare a tutti noi le guerre di USA e NATO, sono la minaccia vera che abbiamo di fronte. L’interventismo guerrafondaio dell’Occidente in tutto il mondo, dopo 26 anni di stragi e devastazioni, dopo che nessuno dei principi per i quali è stato scatenato si è realizzato, questo interventismo va posto fuorilegge politicamente e moralmente come il terrorismo. Sono parte della stessa spirale mortale.
La NATO oggi non è una semplice alleanza, è il centro di una strategia della tensione a livello mondiale che va sciolto prima che sia troppo tardi. Bisogna uscire dalla NATO anche per affrettarne la sacrosanta dissoluzione.
Di fronte al crimine di Trump, Macron e May la politica italiana in maggioranza è tornata al servilismo di sempre. Gentiloni e il PD non sono saliti sui bombardieri ma li hanno riforniti di carburante, il neo fedele NATO Di Maio ha ipocritamente taciuto, Berlusconi ha subito smentito le proteste di Salvini contro il lancio dei missili. Intanto i due nuovi popolarissimi presidenti di Camera e Senato non hanno sentito il bisogno di far pronunciate il Parlamento sulla guerra.
La penosa politica italiana è solo un danno collaterale della guerra di Trump e soci, ma ci dà una ragione in più per mobilitarci contro di essa. No alla guerra criminale di Trump, soci e complici.

Rassegna stampa:

Il sit-in a Ghedi contro i bombardamenti in Siria

https://www.giornaledibrescia.it/bassa/il-sit-in-a-ghedi-contro-i-bombardamenti-in-siria-1.3259567

Bresciaoggi
domenica 15 aprile 2018 – Pagina 9

A GHEDI. Presidio fuori dalla base militare organizzato da «Donne e uomini contro la guerra», «Centro sociale 28 maggio» e Potere al Popolo

«Fornire le basi è come macchiarsi di morte»

Una cinquantina di persone contro l’attacco in Siria Il 19 aprile manifestazione davanti al Parlamento
Un sì all’ «Italia disarmata» e un no forte e chiaro al recente attacco contro la Siria – «ennesimo crimine internazionale cui colpevolmente forniamo le basi logistiche» -, alla guerra e agli armamenti. È la posizione espressa ieri davanti all’ingresso della base militare di Ghedi da una cinquantina di persone, su invito della associazione «Donne e uomini contro la guerra», con l’adesione del «Centro sociale 28 maggio» e di Potere al Popolo. Un presidio simbolico, dato che nella Base ci sono «20 ordigni nucleari, bombe B61 che presto saliranno a 60 sostituite dalle B61-12» come affermano Beppe Corioni e Luigino Beltrami, gli organizzatori. E aggiungono: «Siamo preoccupati per l’escalation di aggressività internazionale, anticamera di un nuovo conflitto mondiale. L’ispezione del- l’Onu in corso non ha ancora stabilito se Assad, per il quale non tifiamo di certo, ha usato o meno le armi chimiche. Ma il pretesto funziona sempre, come ! è già accaduto con l’invasione dell’Iraq. Ma anche in caso di colpa accertata ci sono altri strumenti con cui intervenire. Per noi non ci sono ragioni militari, politiche, morali che giustificano un’aggressione da parte dell’Occidente su una popolazione inerme, già martoriata, con milioni di morti, rifugiati, sfollati».STIGMATIZZATA LA scelta del governo, «non eletto e dimissionario», di Gentiloni che ha fornito il supporto delle basi di Aviano e Sigonella, «macchiandosi della stessa gravissima responsabilità di chi semina la morte». Rincara la dose Giorgio Cremaschi di Potere al popolo annunciando una manifestazione il 19 aprile davanti Parlamento e una mobilitazione per il 20. «Una spudorata beffa all’articolo 11 della Costituzione, una guerra che viola ogni diritto internazionale, senza prove concrete a motivarla. Colpisce il fragoroso silenzio di Di Maio, che i Cinque stelle e la Lega, a parole pronti a cambiare tutto, siano poi saldamente legati all’alleanza atlantica! e ai suoi ordini». Via megafono la proposta: i prossimi amministratori della città non affidino la tesoreria alle «banche armate» che finanziano produzione e esportazione di armi.
Iniziativa anche a Varese:

CESSARE IL FUOCO DELLE GUERRE, SUBITO!

CESSARE L’USO DI QUALSIASI STRUMENTO DI MORTE, SUBITO!

In considerazione dell’estrema gravità che stanno assumendo i conflitti in corso con una possibile escalation e scontro frontale tra USA e Russia, della persecuzione a cui è sottoposto il Popolo curdo nei vari Paesi del suo territorio (Turchia, Siria, Iraq ed Iran), dell’inaccettabile aggressione sistematica che il governo israeliano di sta perpetrando nei confronti della popolazione palestinese disarmata e dei numerosi altri conflitti in corso, chiediamo l’immediato “Cessate il Fuoco!” in tutte le aree di guerra e l’avvio di una decisa azione diplomatica da parte dell’Italia e di tutti i paesi europei all’unisono affinché si giunga ad una pace equa e duratura in tutto il Medio Oriente e in Nordafrica.

Milioni di persone, in tutto il mondo, di tutte le culture e religioni, stanno dicendo: “Basta guerre, basta morti, basta sofferenze”. E noi con loro. Guerre producono guerre, le cui vittime sono le popolazioni civili, oppresse e private dei propri diritti fondamentali, primo fra tutti il diritto alla vita. Vanno fermate le armi, bloccate le vendite a chi è in guerra. Ora, subito. Va fatto rispettare il diritto internazionale: è la sola condizione per proteggere la popolazione civile, fermare l’oppressione e l’occupazione, attivare la mediazione tra le parti in conflitto.

Non si può più attendere e rinviare decisioni e responsabilità.

Il limite è superato da tempo. Ora, subito, bisogna aiutare le vittime, curare i feriti, soccorrere chi fugge dall’orrore. Poi bisognerà punire i responsabili, riconoscere alle popolazioni i loro diritti e sostenerle nel percorso democratico, civile, di liberazione. Noi ci rivolgiamo all’Unione Europea che deve prendere un’azione politica forte di pacificazione coerente con principi e valori fissati nel Trattato, nella Carta Europea dei Diritti Umani, negli Accordi e nelle Convenzioni internazionali.

L’Unione Europea faccia da mediazione e riporti al dialogo gli Stati Uniti e la Russia. Chiediamo al nostro paese di essere protagonista di pace, di mettere in atto il “ripudio della guerra” sancito dalla ns. Costituzione non concedendo le basi per operazioni militari e di avviare una politica di pace nel Mediterraneo. Nessuno deve sentirsi impotente.

Questo è il momento per tutti di agire per la riconciliazione.

Noi faremo la nostra parte, con le campagne per il disarmo, con gli interventi civili di pace, con la diplomazia dal basso, con il sostegno a chi opera per la pace anche dentro ai conflitti, per dare voce a chi crede ancora nella fratellanza e nella

nonviolenza. Ora, subito. Si invitano: associazioni e organizzazioni, a convocare mobilitazioni per la pace in ogni città, in ogni municipio, ovunque possibile; ogni singola persona a “fare qualcosa contro la guerra”, gesto simbolico ma concreto: esporre al balcone la bandiera della pace, mettere sulla giacca una stoffa bianca di disarmo... Chiediamo al Governo italiano di condannare l’attacco di Stati Uniti, Inghilterra e Francia ai siti siriani. Si tratta di una ennesima e deliberata violazione della legalità internazionale che viola la sovranità di uno Stato, allontana la soluzione della guerra civile siriana, aumenta i pericoli per la pace nel mondo, destabilizza i rapporti internazionali, delegittima l’ONU, incoraggia il terrorismo e divide l’UE. È ora che in Italia e in Europa sempre più agisca un grande movimento popolare per la pace.

UNITI CONTRO LA GUERRA

Il rischio di una sempre crescente escalation bellica mette in pericolo il mondo. Questo rischio lo dobbiamo e possiamo scongiurare anche in quanto cittadini, mobilitandoci singolarmente e insieme a quelle realtà culturali, religiose, sociali e politiche sensibili e attente ai temi della giustizia e della pace. “Oggi l’umanità NON può più permettersi conflitti armati, pena l’autodistruzione della specie !”Consapevole di ciò l’assemblea delle Nazioni Unite, il 17 marzo 2017, ha approvato a maggioranza una risoluzione per l’entrata in vigore di un Trattato per l’abolizione delle armi nucleari! I CONFLITTI sono il sale della democrazia, la VIOLENZA ne é la tomba. L’escalation bellica in atto nel quadro mediorientale va fermata ! Ecco perché siamo in piazza e lanciamo questo appello. Chiediamo ai governi tutti, a cominciare dal nostro, di dichiarare la loro ferma opposizione e rinuncia alla guerra come mezzo di risoluzione dei conflitti. Chiediamo al governo italiano di esprimere in sede ONU la propria indisponibilità a qualsiasi collaborazione a sostegno di qualsiasi intervento armato e la propria volontà di ratificare con urgenza il Trattato per la messa al bando di tutte le armi nucleari.

NO alla guerra!

Garantiamo il DIRITTO alla VITA di TUTTA L’UMANITA’ E SALVIAMO dalla DISTRUZIONE il Pianeta e tutti gli esseri viventi.

In un teatro dove tutte le principali potenze economiche e militari sovrappongono i propri interessi a quelli delle popolazioni e degli stati locali, basta anche solo un piccolo “errore di mira” per trasformare un incendio in un boato annichilente.

Bisogna che si svegli lopinione pubblica inebetita dallo scontro post-elettorale tra i principali “leader politici” che non per caso, su questo rapidissimo precipitare della crisi internazionale, tacciono tutti. Occorre impedire da subito la politica dei fatti compiuti, quella da cui diventa impossibile recedere e che ha sempre scatenato le guerre.

Potere al popolo ribadisce la sua posizione contro ogni intervento militare, contro la vendita delle armi, contro l’utilizzo delle basi. Potere al popolo è per la pace, per una soluzione diplomatica dei conflitti, per una società basata sulla cooperazione. Perché le guerre sono sempre scatenate da una piccola minoranza che aspira solo ai soldi e al potere, ma i morti sono sempre i nostri!

Invitiamo quindi a diffidare delle campagne mediatiche in atto che tanto ricordano le false prove fornite in passato per giustificare bombardamenti e invasioni; a partecipare alle iniziative prossime per far sentire una voce di pace e fermare queste ennesime follie.

Potere al Popolo chiama alla mobilitazione contro la guerra senza e senza ma.

Scendiamo in piazza insieme ad associazioni, comitati, reti contro la guerra.

Il nostro paese non si renda complice ma spinga per una soluzione diplomatica dei conflitti.

Assurdo che il Parlamento non dibatta su questo.

Assurdo che nessuno si opponga con decisione a questo ennesimo asservimento del nostro paese verso la NATO.

Siamo stanchi ed arrabbiati.

Perché vostre sono le guerre, nostri i morti!

Un’altra storia – Varese, Sharazade – Varese, Potere al Popolo – Varese