L’arte della guerra

L’avvertimento nucleare di Putin
Manlio Dinucci

Il discorso del presidente russo Putin sullo stato della nazione, dedicato alle questioni interne e internazionali, ha suscitato in Italia scarso interesse politico-mediatico e qualche commento ironico. Eppure dovrebbe essere ascoltato con estrema attenzione.

Evitando giri diplomatici di parole, Putin mette le carte in tavola. Egli denuncia il fatto che negli ultimi 15 anni gli Stati uniti hanno alimentato la corsa agli armamenti nucleari, cercando di acquisire un netto vantaggio strategico sulla Russia. Ciò viene confermato dalla stessa Federazione degli scienziati americani: per mezzo di rivoluzionarie tecnologie, gli Usa hanno triplicato la capacità distruttiva dei loro missili balistici da attacco nucleare.

Allo stesso tempo – sottolinea Putin – gli Usa, uscendo dal Trattato Abm, hanno schierato un sistema globale di «difesa missilistica» per neutralizzare la capacità russa di rispondere a un first strike nucleare.

Sulla scia dell’espansione della Nato ad Est, hanno installato siti missilistici in Romania e in Polonia, mentre altri sistemi di lancio (di missili non solo intercettori ma anche da attacco nucleare) sono su 18 navi da guerra dislocate in aree vicine al territorio russo.

La Russia ha più volte avvertito gli Stati uniti e gli stati europei membri della Nato che, in risposta a tale schieramento, avrebbe adottato delle contromisure. «Nessuno però ci ascoltava, quindi ora ascoltateci», avverte Putin.

Passa quindi al linguaggio della forza, l’unico evidentemente che capiscono a Washington. Dopo aver ricordato che dopo il crollo dell’Urss la Russia aveva perso il 44,6% del suo potenziale militare e che gli Usa e i loro alleati erano convinti che essa non l’avrebbe più potuto ricostruire, Putin mostra su due grandi schermi i nuovi tipi di armi strategiche sviluppati dalla Russia.

Un missile da crociera lanciato dall’aria armato di testata nucleare, con raggio d’azione praticamente illimitato essendo alimentato a energia nucleare, una rotta imprevedibile e la capacità di penetrare attraverso qualsiasi difesa anti-missile. I missili Kinzhal e Avangard con velocità ipersonica (oltre 10 volte quella del suono).



Il missile balistico intercontinentale Sarmat da 200 tonnellate su piattaforma mobile, con raggio di 18000 km, armato di oltre 10 testate nucleari che manovrano a velocità ipersonica per sfuggire ai missili intercettori.

Un drone sottomarino più veloce di un siluro che, alimentato a energia nucleare, percorre distanze intercontinentali a grande profondità colpendo porti e fortificazioni costiere con una testata nucleare di grande potenza.

Putin rivela le caratteristiche di tali armi perché sa che gli Stati uniti stanno sviluppando armi analoghe e vuole avvertirli che la Russia ormai è al loro livello o a un livello superiore.

Ciò conferma che la corsa agli armamenti nucleari si svolge non sulla quantità ma, sempre più, sulla qualità delle armi, ossia sul tipo di vettori e sulle capacità offensive delle testate nucleari.

Conferma allo stesso tempo il crescente pericolo che corriamo avendo sul nostro suolo armi nucleari e installazioni strategiche Usa, come il Muos e il Jtags in Sicilia.

Il ministro degli esteri russo Lavrov denuncia che «Stati europei non-nucleari membri della Nato, violando il Trattato di non-proliferazione, vengono addestrati dagli Usa all’impiego di armi nucleari tattiche contro la Russia».

L’avvertimento è chiaro, anche per l’Italia. Ma nessuno dei principali partiti ne ha preso atto, cancellando dalla campagna elettorale,  con una sorta di tacito accordo, qualsiasi riferimento alla Nato e alle armi nucleari. Come se ciò non avesse niente a che fare con il nostro futuro e la nostra stessa vita.

(il manifesto, 6 marzo 2018, pubblicata il 9 marzo)

https://ilmanifesto.it/lavvertimento-nucleare-di-putin/

Vedi il video:

https://youtu.be/n8c2Im2JvL4

Valutazioni critiche da parte del fisico Angelo Baracca

Ho molte riserve sulla lettura che viene data delle nuove armi di Putin. Che l’avvertimento – energico – ci sia è chiarissimo dal discorso di Putin, altro discorso è quanto siano effettive le cinque armi nucleari che ha presentato. Il drone subacqueo l’ho già analizzato a fondo https://www.pressenza.com/it/2018/03/larma-russa-fine-mondo-bufala-anzi-no-forse/ (non era aggiornata al discorso di Putin, che però non ha aggiunto nulla che già non si sapesse) e, ammesso e non concesso che sia effettivo, sono convinto che sia un’arma da “terzo colpo” (pertanto di dubbia utilità militare a mio avviso), quindi in ogni caso non può venire presentata in questo modo sullo stesso piano delle altre presunte.

Un’arma che impiegherebbe nel migliore dei casi (alcuni rapporti darebbero una velocità molto minore) due giorni per colpire gli USA!

Sul cruise a propulsione nucleare ho letto molte cose e non mi sono deciso a scrivere nulla (nell’articolo sul drone ho messo fra parentesi una riserva sulla propulsione nucleare), perché ci sono molti dubbi e riserve.

Nei primi ’60 gli USA progettarono un missile propulsione nucleare, ma poi lo accantonarono perché poneva problemi enormi (https://en.wikipedia.org/wiki/Project_Pluto): intanto il reattore nucleare che lo avrebbe spinto era necessariamente senza schermatura esterna (ovvi problemi di peso, enorme) cioè a contatto diretto con l’aria, problema enorme già per testarlo; e poi nel test il missile si distrugge, e il reattore …, lo lascio immaginare.

Che ora i russi abbiano risolto questi problemi mi sembra per lo meno dubbio. I molti commenti che ho letto non sono conclusivi, anche se almeno uno (ma non tutti) riporta che il missile avrebbe già avuto dei test. Io ho dei dubbi, per quanto detto.

Insomma, benissimo insistere sulla serietà dell’avvertimento di Putin, altra cosa passare come oro colato le armi nucleari che ha descritto, soprattutto come fossero testate e operative. A chi serve? Alla propaganda?